10_07_2012| UN MILIONE PER IL WELFARE DELLE CAPACITA’. CINQUE DELIBERE PER ALTRETTANTE IDEE ANTICRISI, DALLA CASA DEI PAPA’ SEPARATI ALL’ALBERGO SOCIALE

Martedì, 10 Luglio 2012

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UN MILIONE PER IL WELFARE DELLE CAPACITA’. CINQUE DELIBERE PER ALTRETTANTE IDEE ANTICRISI, DALLA CASA DEI PAPA’ SEPARATI ALL’ALBERGO SOCIALE


Un piano da 985mila euro (a cui potrebbero aggiungersene 385mila da Eticredito) in cinque delibere, quelle del welfare delle capacità, un nuovo welfare di cui il Comune di Rimini taglia oggi il nastro dopo la lunga fatica ripagata di aver seguito le indicazioni del Piano strategico. Tra le novità la casa di papà separati, l’albergo sociale e le sette nuove definizioni di categorie protette, precedentemente annunciate dall’assessore Gloria Lisi, in fase di bilancio.


“Grazie a queste delibere – spiega l’assessore – possiamo iniziare in tema di welfare a dare gambe a quello che anche io definivo un bel libro ma un libro dei sogni (il documento del piano strategico). Ho lavorato duro un anno, un lavoro spesso frustrante, su quel libro e ho scoperto che i sogni aiutano a migliorarci, che partendo la loro si può rendere il nostro ruolo di amministratori migliore, davvero tendente ad un bene per la nostra città, per il nostro futuro”.


Le cinque delibere dettano secondo Gloria Lisi “cambio di passo ideologico, passeremo dal welfare fondato sulle condizione di vita al welfare sulle capacità, una sfida in cui dobbiamo credere, che con queste delibere ha degli strumenti amministrativi”.


Il welfare sulle capacità parte dal “considerare la persona al centro, chiunque essa sia, da qualsiasi condizione parta (fisica, psicologica o mentale). Ognuno di noi ha della capacità e anche le persone più marginali devono essere messe nelle condizioni di saperle tira fuori. Ben inteso, il nostro piano non punta alle persone marginali. Il pacchetto ha al centro la famiglia, nelle sue diverse declinazioni attuali”.


Cinque delibere che sono partite sì dal piano strategico, ma anche dell’“accurata osservazione dei fenomeni sociali. Abbiamo ascoltato tutti i cittadini che si sono rivolti al sindaco e all’assessorato. Moltissimo con problematiche molto diverse tra loro e tanti altri con problemi simili. Quello che ci ha guidati, incalzati da un crisi che rende tutto più difficile, ma incoraggia a trovare delle soluzioni, è stato anche il valore educativo. L’esigenza di tirare il meglio da ogni persona”.


Dentro al pacchetto il lavoro e l’inserimento sociale, ma anche politiche abitative.
La prima delibera ha come oggetto le famiglie svantaggiate e sottoposte a sfratto, magari con minori o anziani o disabili e dà potere “all’ufficio casa di disporre di contributi una tantum in favore di questi nuclei di modo che possano mantenere l’alloggio fino a quando non se la passeranno meglio, o, intanto, cercare una nuova sistemazione”.


La secondo delibera individua sette nuove categorie protette, persone in genere fino ad ora escluse dall’assistenza sia di Comune sia delle Asl. Persone che saranno prese in carico leggero “supportando il nucleo fino a rimotivarlo e a rimetterlo sulle sue gambe”. Le categorie, definite anche da strettissimi criteri di residenza (“per evitare l’immigrazione verso un welfare più corrispondente”) sono: madri sole con figli a carico, persone con invalidità civile sopra il 75 per cento, ex detenuti residenti, padri separati, persone in condizioni di disagio psico-sociale, ultracinquentenni con minori a carico, che hanno perso lavoro dal 2009, ultracinquntacinquenni che hanno perso lavoro al 2009.


Sono tre le forme di aiuto: inserimenti lavorativi (per tutti tranne che per i papà separati), interventi di tipo abitativo, contributi economici. Le modalità di intervento economico sono definite dalle linee guida dello sportello economico dettare dalla terza delibera. Sono tre le categorie che avranno accesso ai contributi: nuclei familiari in grave difficoltà economiche, persone sole in grave disagio economico, persone gravemente emarginate.


La quarta delibera è quella del ‘residence dei babbi”, ovvero dei papà separati. “In convenzione con una associazione abbiamo individuato un residence con otto alloggi, miniappartamenti autonomi, con una grande potenzialità nella gestione degli spazi comuni (molto belli) che potranno valorizzare i padri divenendo il luogo dove potranno incontrare i figli in contesto diverso da quelli in cui sono costretti di solito a vivere (i padri separati spesso dormono in macchina)”. Il residence si trova in via Graf, è tutto pronto, mancano solo da definire i criteri di accesso. Ogni papà separato, comunque verserà un canone mensile di 150 euro e potrà rimanere in residence per 18 mesi. “Il tempo, magari, di trovare casa assieme ad altri padri separati conosciuti al residence”. Il Comune ha investito nel progetto 120mila euro, pari a 30mila euro di affitto annuale della palazzina per quattro anni.


E, infine, l’albergo sociale, oggetto della quinta delibera del nuovo welfare. “Apriremo un’istruttoria pubblica per cercare il locale, o meglio un’associazione o una cooperativa che sia disposta a prendere in affitto un locale. Siamo disposti a metterci 150mila euro. Rimini è la città dell’accoglienza deve essere accogliente per tutti anche per chi è in difficoltà”.


Le esecuzioni di sfratto a Rimini nel 2011 sono state 264. L’albergo sociale nasce dall’esigenza di trovare una sistemazione adeguata per famiglie in grave disagio abitativo, senza che ciò comporti per il Comune il ricorso ai residence, troppo costosi. “Ci serviva un'idea innovativa.Pensiamo di averne trovata una che non faccia adagiare i cittadini, ma che allo stesso tempo gli dia nell’immediato un tetto sopra la sopra la testa. L'idea è questo albergo di cui noi come Comune terremmo alcune camere, per le famiglie in difficoltà abitativa. Le restanti al gestore” per un mix frizzante di turisti, magari facoltosi, e sfrattati riminesi.